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La terribile violenza dei no vax

il blog di stefano May 22, 2023

Ieri, insieme con mia moglie, ero a Torino, al Salone del Libro, per presentare Salute! Cibo Permettendo.

Non senza una dose d’ironia e di umorismo, il giorno dopo qualcuno mi ha informato a proposito dell’“incidente” che ha avuto per “vittima” la professoressa Antonella Viola, esponente della corrente di maggioranza di quella che oggi è considerata medicina.

Il motivo della sua presenza, a quanto mi è stato riferito, era la presentazione di un suo libro edito da un editore con un passato “rivoluzionario” e ora rientrato docilmente nei ranghi.

Pare che, ad un certo punto della presentazione, uno spettatore sia intervenuto apostrofando la professoressa con un “Lei è colpevole, lei è una propagatrice di bugie e si deve vergognare, lei è come Bassetti, una vergogna umana.”

Giusto per informazione, con preghiera di controllare, il contestatore sarebbe Francesco Centineo, descritto da una certa stampa gradita in ambienti dominanti come ex cameriere (https://www.repubblica.it/cultura/2023/05/21/news/francesco_centineo_il_contestatore_no_vax_di_antonella_viola_protesto_ancora_perche_nulla_e_cambiato-401199696/) , ma autore di diversi libri e detentore di un certo numero di lauree. L’intervento è stato descritto come “aggressione verbale”, e ognuno valuti la cosa da sé.

Premessa la mia totale perdita d’interesse per certe esternazioni che sono in aperto conflitto con la scienza, la medicina e i fatti più facilmente costatabili, mi si consenta (berlusconismo?) di manifestare la mia perplessità su alcuni punti della reazione della “vittima”.

Sostenere che il Salone del Libro si svolga solo grazie al vaccino è un’aperta ammissione di non avere la più pallida idea di che cosa sia un vaccino. Oltre a ciò, sarebbe interessante sapere in base a quali fatti la professoressa Viola si spinga a quella osservazione, stante l’ovvietà che nemmeno le aziende farmaceutiche sono arrivare a tanto. Forse la professoressa ha distrattamente omesso di leggere schede tecniche e bugiardini e di ascoltare quanto la Pfizer stessa, leader planetario della produzione dei cosiddetti vaccini, ha serenamente ammesso nella sede del parlamento europeo. E forse nessuno l’ha informata degli effetti pretesi di quei prodotti, così come, sempre forse, nessuno le ha detto come si sperimenta un farmaco. Ma, del resto, perché sperimentare un medicinale? Per fortuna ci siamo liberati di quel vecchiume.

Da un certo punto di vista, trovo pure interessante la tesi relativa all’asserita violenza dei cosiddetti no-vax. Forse la professoressa Viola non ha avuto contezza delle violenze che una certa categoria di persone ha perpetrato nei confronti di tutti gl’italiani rinchiudendoli agli arresti domiciliari. Forse non ha saputo dei cosiddetti Green Pass, né ha avuto notizia dei ricatti non proprio eleganti verso i lavoratori e i genitori, comprese le proposte di fantasiose torture da parte di eroici teppisti televisivi che, allorquando vigevano le leggi, avrebbero attirato la curiosità della magistratura. E che dire di chi è stato costretto ad indossare maschere non solo violando la legge (art. 85 TULPS), ma respirando la propria anidride carbonica? Forse per la professoressa non è violenza la chiusura forzata di attività commerciali e artigianali. Forse non è violenza seminare terrore (es. https://www.youtube.com/watch?v=lpl0TuQPMgs), peraltro a cura di un perfetto incompetente che, senza il sostegno di un singolo atto di consenso popolare, sedeva sulla poltrona di presidente del Consiglio dei ministri e diffondeva a spese pubbliche palesi stravaganze. Forse non è violenza il proibire qualunque tipo di analisi sui prodotti, addirittura trasformati, con un capolavoro di tetra comicità, in segreto militare. Forse non è violenza costringere i ragazzi alla didattica a distanza. Forse non è violenza dedicare risorse economiche spremute in non trascurabile misura da cittadini già allo stremo per comprare gli strampalati banchi a rotelle e gli ancora più strampalati “vaccini” nascondendo, per soprammercato, le condizioni d’acquisto, e lasciandoli poi scadere. Forse non è violenza raccontare che i cosiddetti vaccini sono efficaci, quando, dopo ripetute inoculazioni, la situazione non pare essere azzerata. Forse non è violenza sostenere che i cosiddetti vaccini sono sicuri, quando gli effetti collaterali sono diffusissimi. Forse non è violenza impedire a medici che agiscono nella più completa legalità (“in scienza e coscienza”) di assistere i malati, arrivando ad escluderli dal loro dovere di prestare soccorso. Forse non è violenza la bislaccheria di “Tachipirina (nome commerciale per indicare il paracetamolo) e vigile attesa”. Questo per tacere di come quella merce che, in altri momenti, nessuno avrebbe mai osato diffondere, ha viaggiato ed è stata conservata. Forse non è violenza il mancato rispetto della regola fondamentale di quella scienza che la professoressa stessa invoca: vale a dire il libero confronto basato non su chiacchiere ma su fatti, meglio se farina del proprio sacco e non un coacervo di citazioni raccolte secondo il cosiddetto cherry picking e sostenute solo da chi non si è mai sottoposto a confronto.

Per concludere, mi rivolgo a lei, scienziata di prima grandezza come ci si assicura che sia e come, pur non avendola mai sentita nominare prima, non dubito sia, e mi rivolgo non solo indossando la veste di chi ha dedicato oltre mezzo secolo alla ricerca, ma da cittadino: non rinunci alla dignità e non si renda ridicola.

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