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E se bruciassimo anche Santa Ildegarda?

il blog di stefano Jul 20, 2024

Come sempre, è meglio ridere.

Una domenica pomeriggio degli ultimi giorni del fiorente maggio (cito da Carducci), mia moglie ed io abbiamo partecipato ad una nano-riunione in una fattoria della Bassa Bolognese, a due passi da dove mio padre nacque in una famigliola contadina affollata da più o meno quaranta persone. Bei tempi, allora, ma quelli, servi della gleba scarsamente alfabetizzati, non lo sapevano.

Gli argomenti previsti nel pomeriggio erano più d’uno, tutti interessanti, e io dovevo essere solo spettatore.

Non andò così.

Accanto a me sedeva l’amico Red Ronnie armato, come ormai è suo costume da quell’attempato maniaco che è, di una splendida telecamera da professionista, e, quasi fosse un comportamento condizionato (vedi video), ha registrato gli avvenimenti del pomeriggio o, almeno, parte di quelli.

Ora, dopo qualche mese, Red mi manda un messaggio, messaggio che riproduco verbatim, che in latino vuol dire parola per parola: “Stefano Montanari e Antonietta: difendere i bambini, Santa Ildegarda. Bergoglio scomunicato?

All’incontro su frequenze e acque di Santa Ildegarda, organizzato da Giovanna Giovannini presso la Donzella di Cinquanta, sono venuti anche Stefano Montanari e Antonietta Gatti. Alla fine hanno concluso la giornata con questi interventi, che naturalmente, nella parte di Stefano, sono stato costretto a censurare in alcune parti per evitare la cancellazione del video e il blocco del canale. La versione integrale la trovi su Red Ronnie Tv

https://youtu.be/QCcSu-JlHwM

Chi ha una mezz’oretta da perdere, magari può perderla guardandosi il video.

Ciò che trovo divertente è il fatto che io sia censurato. Nessuna accusa a Red, ovviamente, perché, alla sua veneranda età (qualche anno meno di me), sa benissimo che in un paese che striscia (distorcendo o tacendo la notizia) ai piedi del salottino che impera sul Pianeta, i diritti fondamentali dell’Uomo (maiuscola) sono non solo cancellati, ma calpestati quotidianamente da chi dovrebbe, quanto meno, custodire la Costituzione, cioè il riassuntino - peraltro incompleto, ma ce lo, faremmo bastare, se… -  di ciò che ci spetta per diritto naturale inalienabile. L’alternativa migliore che ci si offre è essere trasformati in bestiame da reddito. Quella intermedia è essere trasformati in cavie. Quella più mortificante è diventare volontariamente kapò.

Nulla di ciò che ho detto davanti a un minuscolo gruppetto di persone è tecnicamente censurabile (vedi, ad esempio, l’art. 21 della Costituzione), ma se vige un regime da marchese del Grillo, se vige un regime dove ritorna il brocardo di Ulpiano (“quod principi placuit, legis habet vigorem” il che significa che la legge è ciò che fa comodo al padrone), se vige un regime dove si riesuma il reato di lesa maestà, dove la maestà è chiunque sia funzionale a chi comanda, ecco il razionale della mia censura.

Non ci sono dubbi: prima o poi il regime si sbriciolerà, non fosse altro che perché ha basi talmente ingenue da pretendere di cancellare le leggi della Natura (e molto altro), e allora i censori rimedieranno davanti alla storia la figura miserabile che si sono guadagnati. Intanto, però, comandano loro.

Boccaccia mia…!

A fine pomeriggio, in una breve conversazione privata, uno dei presenti mi ha domandato se non ho paura di essere ucciso. Naturalmente, no. Prescindendo dal fatto che prima o poi toccherà anche a me, a chi converrebbe accelerare ed erigermi a martire? Molto più efficace è censurarmi, togliermi (di fatto togliere a mia moglie) ogni possibilità di ricerca, e, soprattutto, inventare le diffamazioni e le calunnie (due reati diversi, ambedue molto apprezzati dal regime) più assurde e fantasiose, certi di trovare milioni di pettegoli e di cerebrolesi pronti a prestare fede a qualsiasi stravaganza. “Credo quia absurdum” scriveva l’apologeta cristiano Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, vissuto a cavallo tra il secondo e il terzo secolo: ci credo perché è assurdo. Fate voi.

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