Parole, parole, parole...

Chi ha stomaco, tempo e pazienza, legga https://www.lavocedelpatriota.it/alluvione-emilia-romagna-governo-al-lavoro-ecco-i-primi-30-milioni-e-ora-cambiamo-approccio/?utm_source=Fratelli+d%E2%80%99Italia&utm_campaign=02a322b985-EMAIL_CAMPAIGN_2020_04_08_12_17_COPY_01&utm_medium=email&utm_term=0_7ba5a77c68-02a322b985-76301342

La signora Meloni, democraticamente voluta dal popolo italiano a capo del governo, non perde la ghiotta occasione, e ci rassicura: la conduzione del Paese ha cambiato rotta. Magari, la nostra condottiera completerà l’informazione svelandoci come e quando, perché, almeno per quanto mi riguarda, io non me ne sono accorto.

Un po’ dell’Emilia e quasi tutta la Romagna sono in uno stato paragonabile al passaggio di una guerra combattuta in modo minuzioso senza risparmiare niente e nessuno. Piove: che ci possiamo fare? Nessun problema: sono in arrivo ben 30 milioni di Euro. Con quei soldi i danneggiati potranno consolarsi acquistando ognuno un vassoietto di bignè.

Pare che nessuno chieda ragione dei 55 milioni rifiutati dal governatore di Bologna. Con quei soldi, pur pochi, quanti argini non si sarebbero rotti? Quanti corsi d’acqua si sarebbero liberati dai residui sommersi e – lo dico da testimone oculare – in parte non trascurabile visibilissimi? Quante aree golenali sarebbero state ricavate?

Ma, in fondo, chi avrebbe fatto caso a quelle opere? Meglio, molto meglio, aspettare l’ovvia catastrofe, esibirsi in pianti pubblici, rispolverare lemmi di vocabolario come “solidarietà”, e fare appello alla generosità del popolo che non farà mancare il suo contributo volto a porre rimedio all’imperizia di chi aveva in tutta libertà, entusiasticamente, scelto. Un vantaggio ulteriore sarà quello di poter ringraziare commossi i soccorritori, il cui evidente impegno e il cui evidente sacrificio sarà ascritto a merito di qualcuno che ha tenuto saggiamente i piedi all’asciutto.