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...e sarai felice!

il blog di stefano Jul 15, 2022

Stanno accadendo dei fatti curiosi che potrebbero toccare la delicata sensibilità di tanti. E, allora, proprio per rispetto a loro, i “grandi” mezzi di cosiddetta informazione ne tacciono. Perché rattristare chi già è alle prese con la pandemia più terribile della storia planetaria, talmente terribile da resistere ad arresti domiciliari, distanziamenti, chiusure di ogni ambiente pubblico, guanti, maschere sempre più occlusive e, soprattutto, arrivare ad infischiarsi di quegli strumenti farmacologici miracolosi che sono i “vaccini”, addirittura somministrati a raffica e ad alzo zero? Dunque, non si parli mai di tristezze come, ad esempio, i suicidi.

Ci si prepari, invece, alla carestia. Ce lo stanno dicendo da un pezzo e, per aiutare la sorte, ecco che vanno “misteriosamente” a fuoco decine di industrie alimentari qua e là per il mondo. Appena pochissimi giorni fa oltre 18.000 galline ovaiole sono finite in un gigantesco arrosto, a mala pena riferito localmente (https://www.bresciatoday.it/cronaca/sedena-incendio-galline.html), giusto per non poter accusare nessuno di nascondere i fatti.

E poi, manca l’acqua, e senza quella si muore. Che importa se la nostra agricoltura spreca quantità ingentissime di acqua con coltivazioni di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno, o innaffia le colture con sistemi a pioggia in cui la maggior parte dell’acqua evapora senza toccare terra? Che importa se i provvidenziali “termovalorizzatori” (inceneritori per chi proprio rifiuta cocciutamente di essere preso per i fondelli) si servono di fiumi d’acqua? Che importa se si continuano ad inquinare falde, torrenti, fiumi, laghi e mari? Che importa se metà dell’acqua che scorre nei colabrodo (acquedotti per chi paga le bollette) non arriverà mai ai rubinetti? Sottrarre acqua è fondamentale per garantire una bella carestia. E poi, diranno certamente i nostri "scienziati", evita di ammalarsi di reumatismi, con l'umidità che porta!

E quando l’obiettivo sarà finalmente raggiunto, potremo tutti essere grati a chi, dopo averci tolto tutto “rendendoci felici”, ci fornirà le razioni di regime, esattamente come si fa per il bestiame da reddito che, come è noto, è imbevuto di felicità.

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