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Buona Pasqua con l'anello al naso

il blog di stefano Apr 04, 2021

Stamattina ho ricevuto una piccola valanga di messaggi di auguri di Pasqua. Spero di essere compreso e scusato se non ce la farò a rispondere a tutti. Del resto, gli auguri di rito li avevo già fatti venerdì sera nel corso del solito collegamento con chi è iscritto a Free Health Academy.

Oggi è la seconda Pasqua che passiamo con l’anello al naso. Temo che non sarà l’ultima e, anzi, temo che siamo solo all’inizio.

Mai, in tutta la storia dell’umanità, eravamo piombati nella prigione di un regime non solo planetario ma capillarmente feroce, e mai come ora è esistito, a qualunque livello, un regime che si sia impossessato non solo dei patrimoni e delle libertà elementari, ma della prole e delle menti delle proprie vittime spogliate del futuro. Questo è il sogno proibito di qualunque dittatore, e il sogno si è avverato.

Ieri, nel paesino in cui abito, sono uscito a piedi con mia moglie per fare la spesa attraversando il deserto di serrande chiuse. In un tratto di strada in cui eravamo i soli passanti, un vegliardo apparentemente mio coetaneo è balzato fuori della porta dietro cui stava in agguato e mi ha assalito verbalmente perché non portavo la mascherina, vale a dire l’equivalente dell’anello al naso.

Inutile riferire della torma di psicopatici che viaggiano da soli in automobile accuratamente mascherati, degl’insegnanti che infamano i bambini se si abbassano la mascherina che li soffoca e che li rincretinisce, delle “forze dell’ordine” che inseguono i solitari o che irrompono nelle case private, informate dai delatori che là dentro si assembrano la bellezza di 5 (cinque!) delinquenti che cenano insieme. Se abbiamo perso ogni traccia di dignità la colpa è solo nostra: vittime volontarie e, insieme, servi dei carnefici. Se, strisciando, abbiamo portato al macello i nostri figli e i nostri nipoti, i criminali siamo solo noi.

Da antico praticante di vari sport, dello sport mi è restata la nostalgia e ieri ho ceduto alla tentazione di accendere la tibbù per sentire i commenti sulla giornata calcistica. Di solito si tratta di stucchevoli quanto innocue banalità. Ora non è più così: un salottino di lacchè dibatteva su un tema fondamentale: è giusto che i calciatori siano “vaccinati” prima degli altri quando già godono del “privilegio” di parecchi tamponi ogni settimana, magari in attesa che arrivi la versione cinese? Certo sbagliando, non ho fracassato lo strumento.

Ma, a proposito di tibbù, non sono soltanto quelle ufficialmente di regime a grondare vergogna. Qualche giorno fa ho concesso, del tutto di malavoglia, un’intervista ad un’emittente chiamata 7 Gold. L’ho fatto semplicemente perché il giornalista del caso aveva importunato ripetutamente la persona del mio gruppo che si occupa di comunicazioni e questo non ne poteva più. Così, il collaboratore mi ha pregato di concedere questa benedetta intervista. Per accontentarlo, l’ho fatto. Gli argomenti erano i soliti: virus, pandemia, “vaccini”… argomenti su cui mi sono espresso in numerose occasioni e che, dunque, non possono sorprendere nessuno. Bene: dopo poche ore il “responsabile” della tibbù comunica precipitosamente che l’intervista non può essere trasmessa. Perché? Perché 7 Gold rischierebbe di perdere le elemosine che il regime concede a chi, tradendo quella che dovrebbe essere una missione, distorce l’informazione. Sia chiaro: le elemosine sono elargite con i soldi nostri, il che significa che paghiamo per essere insultati.

Non vado oltre per pietà umana. Aggiungo solo che chi si sintonizza su quell’emittente è complice del regime.

Come sarà la prossima Pasqua? Dipende solo da noi.

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