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95? Crucifige!

il blog di stefano Sep 23, 2022

L’avevo capito da un pezzo, ma ora ne ho l’ennesima, del resto, inutile, conferma: io non sono adatto a vivere in questa società.

Qualche giorno fa, vado a trovare con mia moglie l’amico Red Ronnie e lui, “a tradimento”, ci chiede un’intervista. Nessun problema: si procede con l’intervista. In effetti, d’interviste ne facciamo due: la seconda a tema Santa Ildegarda di Bingen.

Nella prima, parlando di diversi argomenti, io incappo in un errore mostruoso: seguendo una memoria che mi tradisce, cito l’articolo di legge che tratta dell’astensionismo elettorale, attribuendogli il numero 95. Per mia colpa, seppure involontariamente, ho mentito: il numero è il 98! Per questo, io sia non solo bocciato, ma crocifisso!

Come ammenda immediata, riporto subito che l'art. 98 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati (Decreto Presidente della Repubblica 30/03/1957, n. 361) sancisce che "Il pubblico ufficiale, l'incaricato di un pubblico esercizio, l'esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli nell'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000."

Ma chi sono le persone che esercitano un servizio di pubblica necessità? E qui, in attesa di correzioni, cito l'art. 359 del Codice Penale "Persone esercenti un servizio di pubblica necessità", il quale afferma che:

"Agli effetti della legge penale, sono persone che esercitano un servizio di pubblica necessità:

  1. i privati che esercitano professioni forensi o sanitarie, o altre professioni il cui esercizio sia per legge vietato senza una speciale abilitazione dello Stato [c.p. 348, 498], quando dell'opera di essi il pubblico sia per legge obbligato a valersi;
  2. i privati che, non esercitando una pubblica funzione, né prestando un pubblico servizio, adempiono un servizio dichiarato di pubblica necessità mediante un atto della pubblica amministrazione [c.p. 360]. "

Detto doverosamente questo, ricordo che nell’intervista (https://www.youtube.com/watch?v=f_KJVvT0jqM) io dissi molto chiaramente che, secondo la mia opinione (art. 21 della Costituzione), incitare all’astensione è scorretto, forse addirittura è reato. Per questo, da uomo della strada che addirittura sbaglia sul numero di un articolo di legge, auspicavo che un magistrato dirimesse la questione. Insomma, che cosa prescrive davvero la legge? Detto tra parentesi, se la legge non è chiara, ha mancato la sua stessa ragione di esistere.

E qui entrano in scena i vari maestri di pensiero: Montanari pretende la condanna di chi sponsorizza l’astensionismo. Curiosamente, ma forse non troppo, io ho detto tutt’altra cosa: senza emettere alcuna sentenza, cosa che non mi compete, io ho chiesto aiuto alla magistratura perché chiarisse la questione. Ma, evidentemente, ciò che ho detto di fatto, e che è controllabile con facilità, non ha nessuna importanza. In questo momento è indispensabile inventare un nemico, e che questo nemico non esista è del tutto irrilevante. Ed è importante che ci sia chi dà credito alla pretesa di crocifissione.

Così, ora mi trovo addosso una valanga di critiche, anche feroci, basate su un fatto che non ha nulla a che fare con me.

Assimilare la richiesta di chiarimento, per di più non al bar ma a chi ne ha competenza, alla richiesta di condanna è palesemente qualcosa che non si regge in piedi. I processi che partono mirando alla condanna sono quelli tipici delle dittature, e, dunque, quanto di più lontano possa esserci da me. Ma questo si capisce solo se si è dotati di un quoziente intellettivo accettabile, e se si è onesti.

Poi ci sono gli altri “smemorati”: quelli che dicono che in passato io cercavo di convincere il prossimo a non votare. Naturalmente, io non ho ma fatto niente di tutto ciò. Nelle passate elezioni, io facevo mettere a verbale che non votavo perché nessun partito mi rappresentava. Il che corrispondeva, allora, alla realtà dei fatti, non esistendo alcuna differenza sostanziale tra i vari partiti, come ampiamente dimostrato da quanto si è succeduto negli ultimi due anni e mezzo. Ma ora l’alternativa c’è, e si tratta di un treno che, se passerà ora, potrebbe tardare molto a ripassare.

Per quanto riguarda la mia opinione personale sulla legge che avrei dovuto citare (quel famoso articolo 98), io resto dell’opinione che ho da quando ero ragazzo, vale a dire che ognuno deve disporre della totale libertà di sostenere le proprie idee, cosa, peraltro, garantita dalla Costituzione. Quindi, anche l’astensionismo. Quindi, anche essere contrario all’astensionismo. E domandare un chiarimento sulla legge mi pare del tutto legittimo. Ma che importa? Quello che importa è ciò che viene introdotto nei cervelli, vero o falso che sia. Se, poi, si riesce a creare un mostro, tanto meglio per chi non ha altro che il torbido in cui pescare.

So bene che qualunque esibizione di fatti, per incontestabili che siano, è inutile quando l’interlocutore è di un certo livello culturale, intellettuale, e morale, ma che altro mi resta a disposizione se non questo?

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